IT | EN

Esperto in Accoglienza

Roberto Vaccà


Roberto Vaccà, direttore creativo, consulente in strategie di comunicazione, docente di tecniche pubblicitarie. Toscano d’origine, piemontese d’adozione.

Consiglio #1

Il dono della parola

Forse è timidezza, oppure è la proverbiale riservatezza piemontese che spesso impedisce di rompere il ghiaccio con il viaggiatore foresto, che oltre a una buona bottiglia pretende di portarsi a casa anche un sorriso. Il problema è che ormai non si accontenta più del sorriso. Adesso nei territori UNESCO si trova così bene che vuole pure chiacchierare. Certo, due parole non si sono mai negate a nessuno, ma una cosa è farsele estrarre come si fa con un dente del giudizio, altra cosa è farle salire dal cuore: anticipando un’informazione, suggerendo un percorso, indicando inaspettatamente qualcosa di utile o di particolare. A volte basta una parola per suscitare curiosità e rendere più coinvolgente l’esperienza del viaggio. Non è storytelling, è molto di più. È quello spirito che cresce solo in chi crede in sé stesso, nelle proprie capacità, nelle proprie bellezze. Più si ha voglia di condividerle, più si prova il gusto di mostrarle con orgoglio, di raccontarne le origini e le peculiarità. Ogni parola è un piccolo dono: non costa niente, infonde calore, aiuta a vendere e spinge a tornare dove ci si è trovati bene. Anche per il puro piacere di chiacchierare con la gente del posto.

Consiglio #2

L’eccellenza del sorriso

Il sorriso è la merce più rara per chi vive in città. Ancor più rara del vino e del cibo d’eccellenza, che possono essere esportati ovunque. Chi decide di muoversi cerca innanzitutto una relazione. Ci avete mai pensato? Quando si decide di andare (o tornare) in Provenza, in Grecia o in Sudafrica, si pensa a ciascuna di queste località come fosse una persona. Una persona con una profondità, una poesia, un’autenticità proprio come quella che ti capita di trovare (o di ritrovare) in un’amica. Quindi, più un territorio è vissuto come una persona di qualità, più avrà probabilità di incontrare altre persone di qualità. Ecco perché l’atmosfera d’accoglienza è un fattore strategico di successo. Ecco perché tra le tante eccellenze di questi territori va coltivata l’eccellenza del sorriso. Basta fare come le nostre colline: sorridono sempre. Un proverbio scozzese dice che un sorriso costa meno dell’elettricità, e dà più luce. Tenerlo sempre acceso fa bene all’anima. E conviene.

Esperto in Pollice verde

Alessandra Aires


Alessandra Aires, architetto, si occupa di progettazione di paesaggio, parchi, giardini e piazze, riqualificazioni di spazi pubblici e recupero di aree dismesse. Presidente AIAPP Associazione Italiana Architettura del Paesaggio Piemonte e Valle D'Aosta, è nel Comitato Organizzatore del Congresso Mondiale di Architettura del Paesaggio Torino 2016.

Consiglio #1

Viaggiare tra le idee… luminose!

Abbiamo tante idee per il nostro Paesaggio! Unesco significa attenzione, protezione, sviluppo sostenibile, salute, bellezza, storia passata e futuro: tanti ingredienti che mescolati sapientemente migliorano la vita di tutti. Come si raccolgono le idee? Guardando il Mondo! Partiamo per un giro del Mondo e cogliamo le più belle idee e le più belle piante. Le piante e le persone da sempre viaggiano, e conoscere ci arricchisce e apre le nostre menti: imparare e crescere. Lampi di luce contemporanea in un paesaggio antico, perché no? L’importante è come mettere in pratica le idee, superando sempre il modello precedente. Dove c’era l’asfalto arriva il verde, dove c’era chiusura arriva il sorriso, dove era grigio arriva il colore, dove c’era un parcheggio arriva un luogo di chiacchiere e incontro. Semplicissimo: “copiamo” le idee più belle da ogni angolo della Terra e nel nostro paesaggio risplenderanno di nuovi significati, luminosi come una lampadina!

Consiglio #2

Un paesaggio da bere

Il miglior consiglio per chi ama il verde e il paesaggio? La curiosità! Guardarsi attorno per conoscere cosa ci circonda, con sguardo attento e sempre curioso. Quale occasione più ghiotta dello scoprire il 50° sito italiano scelto dall’UNESCO per la sua prestigiosa lista del Patrimonio Culturale? Il riconoscimento premia il territorio e ci insegna come un buon paesaggio produca buoni prodotti, se il suo sviluppo è davvero sostenibile e rispettoso della natura, della storia, dell’architettura, della vita quotidiana dei suoi abitanti. La dimostrazione di come un buon paesaggio sia davvero un motore di sviluppo. Allora lasciamoci trasportare dalle strade curvilinee che si addentrano tra le vigne dei più importanti vini piemontesi e italiani, come il pregiato vitigno del nebbiolo, vitis vinifera, da cui in purezza nascono barolo, barbaresco, carema e nebbiolo, delizie per il palato e per tutti i sensi.

Esperto in Pulizia ambientale

Luca Morino


Luca Morino è nato a Torino dove si è laureato in Scienze Geologiche. È compositore, musicista e scrittore. Ha all’attivo una vasta discografia sia con il gruppo Mau Mau che come solista. Ha pubblicato reportages giornalistici e il libro Mistic Turistic, cibo, viaggi e miraggi per Mondadori. Collabora con il giornale La Stampa, Radio 3 Rai e Rete Due/Radio Svizzera Italiana.

Consiglio #1

L’utopia è come l’orizzonte

Mi ha sempre colpito il fatto che a un certo punto della storia politica del Paese nacquero, così come un po’ in tutta Europa, non solo i movimenti ecologisti ma anche dei veri e propri partiti, i cosiddetti “Verdi”. Ma come? La salvaguardia dell’ambiente, del territorio, delle risorse energetiche “pulite” non dovrebbe essere alla base di ogni partito politico che si rispetti? Cioè, avere tra i propri punti fondamentali la conservazione e la cura di un bene comune, quello in cui tutti, ma proprio tutti viviamo. La Terra. No, pare che non sia così. E allora ben vengano idee che promuovono la pulizia ambientale, un tema che interpreto in questa maniera: cercare in qualche modo di migliorare le condizioni di una data area, “ripulirla” nel vero senso della parola ma, soprattutto, cercare di cambiare uno stile di vita impostato sulla malaequazione “quello che è di tutti non è di nessuno”. No, è di tutti. Quando capiremo che bisogna “sporcare” di meno probabilmente un giorno (no, non adesso), un giorno forse ci sarà anche molto meno da ripulire. Scrisse il grandissimo Eduardo Galeano: “L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare”.

Esperto in Recupero e valorizzazione

Carlo Tosco


Storico dell’architettura e del paesaggio, è docente al Politecnico di Torino e direttore della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio.

Consiglio #1

La valorizzazione come integrazione di valori

La valorizzazione è un’attività che si esercita nei confronti del patrimonio culturale, nella prospettiva di promuovere e di rendere più fruibile un bene da parte di tutti i cittadini. Ogni azione di valorizzazione dovrebbe essere condotta come un progetto integrato, dove le diverse componenti del bene (la sua collocazione territoriale, i caratteri specifici, i significati simbolici, la consistenza materica, l’accessibilità, le relazioni con il paesaggio) vengono considerate in modo congiunto per favorire una sua corretta fruizione. I progetti più innovativi quindi non si limitano ad un intervento puntuale di salvaguardia, ma mirano a potenziare le capacità comunicative del bene, ad attivare un dialogo virtuoso tra i valori depositati nell’oggetto materiale e la comunità locale che custodisce e promuove il suo patrimonio.

Consiglio #2

La partecipazione dei cittadini al patrimonio culturale

Gli orientamenti più recenti sostengono la partecipazione dei cittadini come contributo indispensabile per la valorizzazione del nostro patrimonio. A livello internazionale la Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa (2005) pone al centro il ruolo attivo delle comunità per la salvaguardia e la promozione delle culture locali. I progetti che offrono strumenti concreti per favorire e incrementare il coinvolgimento delle comunità si pongono quindi in linea con le più aggiornate politiche europee in materia di patrimonio culturale.

Esperto in Settore artistico

Bruna Biamino


Bruna Biamino è nata a Torino, dove vive e lavora. È fotografo professionista nel campo dell’architettura e della fotografia industriale. Da anni svolge un’intensa attività di ricerca sul paesaggio urbano. Sue fotografie sono conservate in numerosi Musei e Fondazioni in Europa e negli Stati Uniti.

Consiglio #1

Il valore dei progetti artistici

Qual è oggi il progetto artistico che ha più valore? La storia dell’arte contemporanea insegna che il progetto artistico che ha un valore oggi è quello che si impegna a raccontare, a comunicare, i luoghi in cui viviamo. Come viviamo in quei luoghi, quali ne sono i punti di forza, quali quelli critici, quale storia possiamo costruire intorno a questi luoghi, e quale atmosfera intendiamo trasmettere a chi non li conosce, a chi ne ha un’idea superficiale e stereotipata? E ancora, quale linguaggio intendiamo utilizzare per parlarne a più persone? Ogni progetto artistico che va in questa direzione ha anche un valore intrinseco, quello di chiarire a noi stessi qual è la storia che riteniamo valga la pena di narrare.

Consiglio #2

Dietro l'angolo c'è qualcosa di bello

In ognuno dei paesi di Langhe Roero e Monferrato ci sono luoghi insospettabilmente belli, dalla navata della chiesa parrocchiale, al portone del castello, dal belvedere al giardino privato, un sentiero nelle vigne o nei boschi, un albero antico, una statua, un vecchio affresco su un pilone votivo. Cercare, scoprire o riscoprire le piccole (e grandi bellezze) che ci circondano, per poi comunicarle è di per sé un atto artistico volto alla comunità. Creare piccoli eventi per la valorizzazione di ciò che esiste, e inventare nuove ragioni per avvicinare le persone ad un luogo e alla storia che racconta. Progettare mostre tematiche che aggiungano valore ai luoghi, e che ruotino intorno al patrimonio artistico e paesaggistico.